Ospite della rubrica dedicata al mondo della Rete è la comunità fisica e virtuale di BombaCarta, un’associazione composita che ha formato e messo in collegamento fra loro numerose esperienze creative di lettura e di scrittura presenti in diverse parti d’Italia, ma che è anche molto di più: è uno sguardo diverso sulla vita e sulle cose. I bombers oltre ad affinare le proprie tecniche espressive, imparano a comunicare e a scoprire come l’arte ha a che fare profondamente con la vita e le sue dinamiche. Ne parliamo con il fondatore Antonio Spadaro.

Come è nata e da dove scaturisce il nome BombaCarta?
«Nacque nel 1998, insegnavo in un liceo, l’Istituto Massimo di Roma e una volta sedendomi in cattedra stavo cercando una penna per scrivere, aprii un cassetto energicamente, tanto che mi rimase in mano e vidi che sotto al cassetto era incisa una poesia. La cosa mi colpì molto e mi dicevo: “Ma guarda dove va la gente a scrivere poesie…”; fu allora che mi venne l’idea di mettere degli avvisi in bacheca chiedendo ai ragazzi appunto i loro testi diaristici, poetici e narrativi, per inserirli in un sito Internet. Mi ero reso conto che i ragazzi avevano un’esperienza parallela di scrittura molto diversa da quella legata alla scuola, e difatti mi arrivarono più di un centinaio di testi, tanto che una mia collega vedendomi con il malloppo sotto braccio, mi disse stupita: “Ma questa è una bombacarta!”. E da qui venne fuori il nome. Poi alcuni mi avevano chiesto di vederci periodicamente per discutere insieme di alcuni testi e io prenotai una saletta della scuola per gli incontri. Si presentarono ben 42 persone! Capii che c’era un bisogno diffuso fra i ragazzi, tanto che gli appuntamenti divennero presto settimanali e iniziarono a partecipare anche persone esterne alla scuola».

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Buona lettura.