Dopo un esordio letterario fortunato con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani, storia di speranza e di riscatto, Fabio Geda torna con L’esatta sequenza dei gesti, romanzo esperienziale.
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Dopo un esordio letterario fortunato con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani, storia di speranza e di riscatto, Fabio Geda torna con L’esatta sequenza dei gesti, romanzo esperienziale.
L’esatta sequenza dei gesti è una specie di valzer, un valzer d’amore. Da una parte gli educatori -Elisa e Ascanio nel romanzo, ma anche Leone, che però alla fine molla- che si destreggiano nella fatica quotidiana di un lavoro in cui privato e pubblico tendono a contaminarsi e in cui sembrano non esistere regole o metodi chiari e definiti per “riprogrammare” individui che vengono da esperienze di grande sofferenza. Dall’altra parte i ragazzi, gli adolescenti -Ahmed, Marta e Corrado- osservati da Geda nello sforzo di contenere il dolore, prudenti e sventati come solo a quell’età si può essere. Sullo sfondo genitori inaffidabili e inefficaci, non ci sono colpe da distribuire, ma solo compassione e autorevolezza. L’esatta sequenza dei gesti è un romanzo sull’apprendimento -reciproco di educatori e ragazzi-, sull’imparare a vivere in equilibrio a partire da uno squilibrio radicale di partenza. Marta e Corrado con la loro fuga finale dimostrano che anche i gesti più semplici, abbracciare qualcuno, si imparano se si sono perduti, prendersi cura di sé e degli altri è possibile.
Puntata del 10 gennaio 2009
a cura di Giulia Gadaleta