di giulia
Si è aperto il 14 marzo scorso la seconda edizione del Premio di letteratura avventurosa Emilio Salgari, promosso dal Comune di Negrar e dai Comuni della Valpolicella, terra di origine della famiglia Salgari. La prima edizione fu vinta da Valerio Massimo Manfredi. La seconda edizione è dedicata a romanzi editi nel corso del 2007 che […]
Si è aperto il 14 marzo scorso la seconda edizione del Premio di letteratura avventurosa Emilio Salgari, promosso dal Comune di Negrar e dai Comuni della Valpolicella, terra di origine della famiglia Salgari.
La prima edizione fu vinta da Valerio Massimo Manfredi.
La seconda edizione è dedicata a romanzi editi nel corso del 2007 che reinterpretino lo spirito salgariano. La filosofia del premio è quella di affidare alla giuria popolare la designazione del vincitore: una scelta appunto “popolare”, divulgativa, che vuole valorizzare i lettori (che fecero e fanno ancora oggi la fortuna di Salgari) come massimi giudici del valore avventuroso dei romanzi.
I tre romanzi in finale sono il western settecentesco Manituana dei Wu Ming, il thriller d’avventura La strategia dell’Ariete dei Kai Zen, le memorie marinaresche I miei mari di Folco Quilici.
Ricchissimo di eventi il programma che conduce al gran finale del 13 settembre.
Perchè un premio di letteratura avventurosa? Lo abbiamo chiesto a Claudio Gallo, esperto salgarologo.
Con che criteri sono stati selezionati i tre romanzi in finale? Lo abbiamo chiesto a Luca Crovi, conduttore di Tutti i colori del giallo e membro della Giuria
Ascolta l’intervista a Claudio Gallo e Luca Crovi
A cura di Giulia Gadaleta
Puntata del 19 aprile 2008
…intanto impazza il dibattito su Letteratitudine l’open-blog di Massimo Maugeri