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Al covo dei Blogger: il Gruppo di Lettura di Cologno

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Ospite della rubrica “Il covo dei blogger” del mensile “Letture” è il direttore della biblioteca di Cologno Monzese, nonché coordinatore di un Gruppo di Lettura tra i più attivi in Italia specie attraverso il loro blog.
a cura di Arianna Cameli

Leggere è da sempre considerato un atto personale, ma condividere gusti e opinioni è fondamentale per diffondere la passione per i libri. Con questa finalità si stanno moltiplicando i Gruppi di lettura. Vediamo cosa sono.

I lettori hanno cambiato volto, non sono più esseri solitari e topi di biblioteche, ma si incontrano e si scambiano opinioni, fisicamente e anche in Rete. Sono i Gruppi di lettura, ne parlano i giornali e le radio, e sembra che diverse biblioteche in Italia stiano tentando nuove forme di promozione alla lettura coinvolgendo i propri utenti nella condivisione dei testi, in maratone di lettura o in forme di associazionismo dettate unicamente dalla passione per i libri. L’appetito vien mangiando, vale anche per i libri: se le idee e le proposte circolano se ne formano subito altre, nuovi lettori si uniscono e iniziano a scoprire libri sconosciuti.

Ne parliamo con Luca Ferrieri, bibliotecario e coordinatore del Gruppo di lettura di Cologno Monzese, uno dei Gdl più attivi sul fronte sia dell’organizzazione che per quanto riguarda l’attività in Rete, attraverso il blog e la mailing list.

  • I Gruppi di lettura, una bella novità nel panorama italiano, può raccontarci come nascono e dove sono diffusi?

«I Gruppi di lettura in Italia nascono dall’incontro tra le attività di promozione della lettura messe in atto dalle reti bibliotecarie dagli anni Ottanta in poi e le esperienze dei “reading group” esistenti nei Paesi anglosassoni. Si è trattato di un vero e proprio incontro e non di un fenomeno di importazione, perché le caratteristiche che i Gruppi di lettura stanno assumendo in Italia sono diverse da quelle che hanno negli Usa o in Gran Bretagna. Per esempio le esperienze italiane sono in gran parte costituite da lettori forti ruotanti intorno alle biblioteche, mentre negli Usa le biblioteche hanno un ruolo abbastanza marginale e l’attività dei gruppi è rivolta a lettori medio-deboli e a volte anche a non lettori. In Italia i Gruppi di lettura sono ancora in una fase embrionale della loro esistenza, anche se ultimamente sono in forte crescita: noi ne teniamo un parziale censimento sul blog dei Gdl all’url http://gruppodilettura.wordpress.com/2006/11/28/
lelenco-deigruppi-di-lettura-italiani/
dove ne abbiamo per ora registrati circa una settantina, ma ovviamente i gruppi sono molti di più».

  • Che cosa spinge una persona a condividere l’atto della lettura?

«L’atto della lettura rimane individuale e solitario, e non può essere che così; ciò che i gruppi mettono in comune è il suo contesto, il suo orizzonte; ciò che viene prima, ciò che viene dopo. Molte persone, spesso scettiche sull’utilità di confrontare con altri le proprie letture, hanno scoperto nei gruppi una serie di “valori aggiunti”. Ad esempio: la rivelazione di un’altra angolazione di lettura, completamente diversa dalla propria; la scoperta di libri che non si conoscevano; la pratica del consiglio di lettura; il riconoscimento della non autosufficienza del lettore solitario; la necessità dell’autorganizzazione, del mutualismo tra lettori; la bellezza del dono; la responsabilità verso gli altri che la lettura comporta. Mi soffermo solo su quest’ultimo aspetto: i Gruppi di lettura hanno messo in evidenza (in modo indipendente e spesso diverso da quello della critica letteraria) la componente etica dell’atto di lettura, l’esigenza di una lettura “sostenibile”, anche nel senso di un’”ecologia della mente”. Così facendo, a mio avviso, hanno mostrato una strada che finalmente può portare a una ricomposizione tra due atteggiamenti che spesso sono rimasti separati se non contrapposti: quello del “leggere per cambiare” (in cui la lettura rischia di rimanere un mezzo) e quello del “cambiare per leggere” (in cui essa torna a essere un fine). In questa dialettica la coerenza tra mezzi e fini deve essere assicurata, cosa che non sempre la pedagogia della lettura ha saputo fare».

  • Quanto può essere importante, per una biblioteca, costituire un Gruppo di lettura?

«Il Gruppo di lettura rappresenta una tra le molte attività di promozione della lettura che la biblioteca può (e deve) mettere in campo. Rispetto ad altre presenta però alcuni vantaggi: è una forma di promozione meno contaminata da influenze editoriali, convenienze amministrative, zelo proselitistico, complessi di superiorità e di inferiorità. Il piacere di leggere non si insegna e non si impone, lo si è detto mille volte, ma poi tutte le attività di promozione erano costrette, almeno in parte, a semplificare, a propagandare, a pontificare. Il Gruppo di lettura rappresenta la forma di promozione più congeniale alla lettura, perché è autodiretta, senza deleghe, senza cattedre, fondata sul rapporto paritario, sul meccanismo di contagio, sulla uguale dignità e sulla compenetrazione dei due movimenti della criticità e dell’emozione che la lettura mette in gioco. Inoltre, particolare banale ma non di poco conto, quando si ha a che fare con bilanci risicati, il Gruppo di lettura costa meno (quanto a spese vive) di tante altre attività, anche se richiede molto lavoro sotto traccia».

Per continuare a leggere vai su “Letture”

La seconda parte dell’intervista è stata pubblicata nel numero di giugno/luglio di Letture


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