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Tim Winton, Respiro – Don Winslow, La pattuglia dell’alba

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Ne abbiamo parlato nella puntata dedicata al SURF… eccovi le recensioni Tim Winton – Respiro (Neri Pozza, pp. 215 € 15,50) – Don Winslow – La pattuglia dell’alba (Einaudi Stile Libero, pp. 365, € 18,50) Tavola di legno ultrapesante, poco maneggevole ma estremamente poetica o tavola in fibra, leggera, agile ma poco lirica? La scelta […]

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Tim Winton – Respiro (Neri Pozza, pp. 215 € 15,50) – Don Winslow – La pattuglia dell’alba (Einaudi Stile Libero, pp. 365, € 18,50)

Tavola di legno ultrapesante, poco maneggevole ma estremamente poetica o tavola in fibra, leggera, agile ma poco lirica? La scelta dipende da come volete cavalcare l’onda naturalmente. Sta a voi decidere se infilarvi in una pipeline o avvitarvi su voi stessi e spingervi in un aerial, il maroso come rampa di lancio. Allo stesso modo sta a voi decidere se leggere Respiro di Tim Winton o La pattuglia dell’alba di Don Winslow mettendo sul piatto un evocativo quanto oscuro disco degli Aqua Velvets, o la versione ancor più caciarona e adrenalinica di Surfin’ bird a firma degli improbabili Bananamen.
Il surf, o meglio la mistica del surf, è il perno attorno al quale ruotano i due romanzi ed è anche l’unica cosa che hanno in comune se non fosse che riescono entrambi a invertire le proprietà delle tavole. Respiro è una poetica longboard di legno ma è in grado di compiere le manovre più ardite e spettacolari, La pattuglia dell’alba è una moderna shortboard di fibra che taglia bene le onde, ma solo in una direzione.
Tim Winton in Respiro, architetta un classico romanzo di formazione i cui personaggi hanno una tridimensionalità rara. Un paramedico arriva sulla scena di un incidente domestico in cui un ragazzino è morto soffocato in circostanze poco chiare. La vicenda mette in moto un lunghissimo flashback in cui il protagonista rivede tutta la sua adolescenza mettendo a nudo se stesso. L’intreccio dei ricordi e le rare incursioni nel presente chiariranno le cause della morte del ragazzo e la ruvidità instabile del carattere del narratore. Se il presente però è, forse volutamente, la parte meno riuscita del libro, il passato è vivido e vibrante. La storia di un’amicizia, di un amore, di una pulsione e del battesimo del surf. Pikelet ricorda le sue prime imprese sulla tavola con l’amico Loonie e con il loro mentore Sando che li spinge verso limiti sempre più invalicabili sfidando, come è naturale che sia, l’ordine costituto (i genitori e un’intera comunità di un paesino australiano) alla ricerca della libertà e della propria identità. La vita sembra solo un’eterna volata sulla spuma: coraggio, paura, crescita, sesso, fantasmi da sfidare e sentimenti profondi come l’oceano che lasceranno spazio ad altrettanti sentimenti della dimensione di una pozzanghera. Respiro è salto e ricaduta, è il momento in cui ci si solleva sul surf prima di essere travolti dal break point. Poetico ed evocativo, a parte il finale un po’ nebuloso e forzato, Il romanzo di Winton è un libro che trova nel gesto di respirare un suo intimo, delicato e struggente mantra.
La pattuglia dell’alba invece, è un noir a tinte sbarazzine, dal ritmo rapido e accattivante, che mette in scena un manipolo di personaggi sopra le righe. Un meccanismo narrativo simile al timer per cuocere le uova, lo fate scattare in avanti (il noir) per poi farle tornare indietro (le storie dei personaggi e della California del sud). Boone Daniels, il protagonista è uno scalcinato investigatore che quando sale sulla tavola è un vero dio del mare. I suoi migliori amici, e la donna che ama, sono il suo unico appiglio nella vita, la pattuglia con cui, ogni mattina cavalca l’onda. E proprio mentre la più grossa mareggiata degli ultimi decenni sta per rovesciarsi sulla costa di Pacific Beach, Boone deve risolvere un intricato caso di omicidio. Don Winslow ha il dono della scrittura scoppiettante: nel senso che fa scoppiare i cliché e li lancia in un intreccio tipico ma mai scontato.
Tra queste pagine non c’è spazio per tridimensionalità come in Respiro ma è la velocità a farla da padrona. Al contrario di Respiro qui le onde non si cavalcano per rincorrere e afferrare la vita per la coda ma semplicemente perché non si può fare altro. Insomma da un lato la tempesta è in agguato dall’altro è già passata. Da un lato lo tsunami, unico e devastante e dall’altro una serie di onde, enormi quanto divertenti. In entrambi i casi però il fondale è lì pronto a scorticare, ferire, far male. (8/9) (6/7)

Recensione pubblicata su Blow Up di luglio agosto 2010


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