di giulia
Cristina Ali Farah è nata a Verona nel 1973 da padre somalo e da madre italiana. Ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Mogadisco, frequentando le scuole italiane. Nel 1991 è stata costretta a fuggire a causa della guerra civile esplosa nel paese. I primi di aprile è uscito il suo romanzo d’esordio Madre […]
Cristina Ali Farah è nata a Verona nel 1973 da padre somalo e da madre italiana. Ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Mogadisco, frequentando le scuole italiane. Nel 1991 è stata costretta a fuggire a causa della guerra civile esplosa nel paese. I primi di aprile è uscito il suo romanzo d’esordio Madre Piccola per la casa editrice Frassinelli. Il motore del romanzo sta nella diaspora somala a seguito della deposizione di Siad Barre. Il romanzo è corale, tre voci si avvicendano di capitolo in capitolo, raccontando con linguaggi differenti il tempo della separazione. Barni e Domenica, cugine separate dalla guerra e da un lungo esilio, si ritrovano in Italia. Questa sorta di gineceo di transfughe ripercorre, alla ricerca di un senso, le vicende che le hanno viste unite nell’infanzia e divise nell’età adulta. La scrittura di Ali Farah indaga la fatica di domenica di essere a cavallo di due culture –quella somala e quella italiana- e lo sforzo di Tageree di essere uomo in un mondo in fuga. Ma è la maternità ad avere un ruolo centrale, simbolo dell’unità delle donne e del potere vivificante della vita sulla guerra e sulla morte.
Ecco l’intervista a Cristina Ubax Ali Farah a cura di Giulia Gadaleta